Red Sea Development rivoluziona gli standard del turismo del lusso

Turismo “rigenerativo”, eco-turismo, sostenibilità, natura, protezione dell’ambiente: questo è il mantra del nuovo turismo del lusso in Arabia Saudita per i prossimi decenni. Lusso che si identifica in natura incontaminata, facilities e ogni tipo di intrattenimento che non disturbano l’ambiente ma anzi lo preservano. Il mega progetto Red Sea Development ri-setta i parametri per il futuro del turismo di lusso globale, un lusso “barefoot”
Coral Bloom Saudi Arabia

Red Sea Development – il mega progetto in Arabia Saudita

 I numeri di questo mega progetto in Arabia Saudita sono impressionanti: 50 resort sparsi sul 30% delle 90 isolette della costa Saudita e su sei siti sulla terraferma, 8000 camere d’albergo e 1300 proprietà immobiliari, ogni tipo di facility a cominciare da marine turistiche e campi da golf. Il budget previsto per la prima fase del  progetto è al momento di 30 bilioni di SAR, include spiagge, montagne, siti archeologici, aeroporti e infrastrutture.

Numeri che spaventano visto l’impatto che potrebbe potenzialmente avere un simile mega progetto in Arabia Saudita sul delicato eco-sistema di una delle più grandi barriere coralline al mondo, fino ad oggi incontaminata.

red sea development
ontheblue.it

Le rassicurazioni in tal senso non mancano: John Pagano, scelto fin dall’inizio direttamente dal principe Mohammed Bin Salman alla guida di Red Sea Development project e di Amala (un sotto-progetto ancora più esclusivo del primo), ha innalzato subito la bandiera della sostenibilità e dell’intento rigenerativo. Anzi, ne ha fatto davvero un mantra. Gli fanno eco due dei più importanti architetti coinvolti nei progetti, Norman Foster e il giapponese Kengo Suma. Entrambi useranno tecniche innovative di costruzione a impatto zero sull’ambiente, anzi, andranno a preservarlo se non migliorarlo. La prima fase del progetto off- grid che dovrebbe essere attivata entro la fine del 2022, vede la messa in opera di 73 ville prefabbricate con materiali innovativi sull’isola disabitata di Sheybarah, a 45 minuti in barca dalla costa saudita. Disegnate dallo studio di architettura libanese di Shaun Killa, le ville sono delle sfere lucide che emergono dal mare riflettendo i colori della natura, e sembrano effettivamente osservare ogni possibile precauzione tecnologica per eliminare rischi ambientali, andando a costituire una specie di arcipelago a se stante.

Turismo del lusso in Arabia Saudita – Il “Barefoot Luxury” di John Pagano

Red Sea development project è davvero un progetto iconico, e sembra destinato a imporre nuovi standard al turismo del lusso. Tutto ruota intorno all’ambiente e sua valorizzazione. Il rapporto con una natura incontaminata e protetta diventa la vera essenza del contemporaneo turismo del lusso in Arabia Saudita. Parlando della sua visione, John Pagano ha usato un’espressione molto evocativa: “Barefoot Luxury”, un concetto di lifestyle molto vicino a quello disinvolto e rilassato tipicamente italiano. 

L’ambiente in questo caso è davvero notevole. La regione è stata fin dall’antichità una rotta commerciale sulla via delle Spezie, e attraversata dalle carovane di pellegrini diretti alle città sante di Mecca e Medina. Il vicino sito Unesco di Mada’in Saleh, sede di una antica postazione Nabatea, sarà sicuramente un’affascinante meta per escursioni. I monti Hijazi offrono panorami sorprendenti, e il Mar Rosso ha conservato fino ad oggi un’incredibile ricchezza di biodiversità, a cominciare da rare specie di coralli, mangrovie, pesci e curiosi mammiferi come il Dugongo.  La temperatura media estiva del sito è di 32 gradi, soleggiato tutto l’anno, e la posizione geografica sulla costa occidentale saudita, tra Asia-Africa-Europa, lo renderà  accessibile a 250 milioni di persone in 3 ore di volo.

Red Sea Development Company – foto Linkedin, John Pagano ritratto con una delle ville modulari destinate all’ isola di Sheybarah

Pagano racconta nelle sue interviste che la scelta di quale delle 90 isole destinare allo sviluppo turistico è stata frutto di un accurato studio preliminare, con simulazioni su computer. L’esercizio ha diviso la laguna in settori e attribuito a ognuno un indice di valore di conservazione. La scelta si è quindi basata su considerazioni scientifiche in relazione a tale indice.  Come progetto rigenerativo, benché l’area possa ospitare fino a 10 milioni di visitatori/anno, si è scelto di limitarne il numero a 1 milione/anno, per prudente rispetto all’ambiente.

Red Sea Development si propone di perseguire non solo la più completa ed evoluta sostenibilità da fonti rinnovabili, ma anche mitigare le emissioni di carbonio, ridurre l’inquinamento acustico e luminoso, gestione smart  della produzione di rifiuti. La promessa del Red Sea Development project  è di custodire la biodiversità del sito come e meglio di quanto si farebbe in un’area marina protetta.  

Red Sea Development – il piano per il mega progetto in Arabia Saudita

Avviato nel 2019 dalla Red Sea Development Company, sotto il controllo diretto del PIF (Public Investment Fund) e del principe Mohammed Bin Salman,  il progetto prevede la sua attuazione entro il 2040, ma varie fasi preliminari saranno attivate molto prima. Entro la fine del 2023 dovrebbe essere completato Coral Bloom sull’isola di Shurayrah, disegnato dal prestigioso studio inglese Foster & Partners. Comprenderà 11 Hotel la cui architettura si fonderà armoniosamente nell’ambiente incontaminato dell’isola.

Alcuni alberghi sono già quasi pronti e sembra che ospiteranno i primi turisti fin dalla fine del 2022. Contemporaneamente è a buon punto il progetto residenziale dello studio Shaun Killa, e anche l’aeroporto internazionale, sempre disegnato da Foster & Partner, sarà operativo entro il 2022. Si prevede che raggiungerà la piena capacità di 900 passeggeri per ora per  il 2030. Il turismo del lusso in Arabia saudita è pronto a diventare una delle mete iconiche globali.  

Stay tuned per il prossimo mega progetto saudita: Neom

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Alessandra Serafini

ISBG's President

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