AL DIRIYAH – La celebrazione della storia diventa un mega progetto

Al Diriyah Gate Development Authority ha l’ambizione di lanciare una destinazione globale di turismo in Arabia Saudita di interesse culturale, storico e lifestyle per 27 milioni di visitatori all’anno, disegnando uno spregiudicato progetto da 50 bilioni di dollari ad uso misto, tra valorizzazione culturale del sito Unesco e lifestyle di tendenza.
Al Diriyah rovine da Lucire

Al Diriyah sede dell’antica città di At-Turaif, Arabia Saudita, patrimonio Unesco

Al Diriyah, At-Turaif Unesco: le sue mura di fango parlano della resilienza di un popolo che pur in condizioni climatiche estreme e in scarsità di materie prime locali, ha tramandato fino ad oggi un esempio originale di architettura saudita, il Najdi building style. At-Turaif Unesco, costruita nel 1766 nell’oasi di Al Diriyah e sito Unesco dal 2010, è fatta di mattoni cotti dal sole, calcare estratto dalle pendici del Wadi Hanifa e legname dal robusto albero di tamerici che un tempo cresceva nell’oasi. Ha circa 300 anni, ed è davvero un miracolo che si sia conservata fino a noi, visto la fragilità dei materiali usati. È stata la culla della nascita del Regno saudita e testimone della storia della monarchia saudita, gli Al-Saud, ed è qui che si è tenuta l’eroica battaglia di opposizione dei sauditi all’Impero Ottomano nel 1818.

Al Diriyah
At-Turaif ruins in 1917 by British explorer Harry St John Bridger Philby, who settled in Jeddah and became an advisor to Ibn Saud (Diriyah Gate Development Authority)

Al Diriyah – il mega progetto in Arabia Saudita che lancia una destinazione culturale globale in Arabia Saudita 

Il mega progetto Al Diriyah gestito da Al Diriyah Gate Development Authority, di cui il principe MBS presiede il board, ha quindi lo scopo di celebrare la storia della famiglia reale e del popolo saudita senza perdere di vista gli obbiettivi economici di Vision 2030: diversificare l’economia, creare posti di lavoro per le giovani generazioni, lanciare progetti di grande impatto che diano visibilità al paese sulla scena globale e siano di sicuro ritorno economico. Mega progetti iconici, che hanno come leitmotiv la sostenibilità, l’uso di energie rinnovabili, corretta gestione dei materiali di scarto, cura e protezione dell’ambiente, ricerca e innovazione tecnologica applicate a città sempre più green e più vivibili. 

Certo, una sfida molto ambiziosa, soprattutto qui a Al Diriyah, dove si vuole anche preservare At-Turait Unesco, patrimonio storico dell’Arabia Saudita, sito di grande impatto emotivo.

Al Diriyah sarà la Beverly Hills di Riyadh, capitale del lifestyle 

Al Diriyah

Jerry Inzerillo, CEO di Al Diriyah Gate Development, con una scintillante carriera nel turismo, hospitality e spettacolo negli Stati Uniti, parla di At-Turaif Unesco come del Partenone o del Colosseo dei sauditi.  Nel Masperplan, Inzerillo presenta la Wadi Hanifa, la zona circostante lo sviluppo, come la “futura Beverly Hills di Riyadh”, naturalmente dopo aver rivitalizzato l’intera area con il previsto massiccio impianto di milioni di piante di datteri e altra flora autoctona, come era nel passato. 

Il progetto di Inzerillo disegna uno spregiudicato mix-up tra la funzione culturale e storica di At-Turaif Unesco, con appropriati musei, accademie, centri di studio e sedi di istituzioni culturali, assieme a una vasta diversificazione di attività dedicate al divertimento e tempo libero: il meglio dell’Hottelerie internazionale, ristoranti, aree residenziali e di shopping di grande prestigio, uffici e attrazioni all’aperto, come il circuito di Formula E. L’orgoglio delle origini e la passione saudita per passatempi di lusso, uniti in unica prestigiosa location, faranno della vicina Riyadh capitale del lifestyle! 

I 7 km. quadrati dello sviluppo prevedono, ad ora, un investimento di circa 50 bilioni di dollari, si stima che creeranno 55.000 posti di lavoro e 27 milioni di visitatori all’anno, contribuiranno per 27 bilioni di Saudi Riyals al prodotto interno lordo del paese. Lo stile architettonico della nuova città, che sarà completamente pedonale e rigorosamente green, riprenderà l’architettura saudita Najdi, e beneficerà dell’uso delle più innovative tecnologie anche nella scelta di materiali edilizi eco-sostenibili. Sarà una città a misura d’uomo: l’idea, molto coraggiosa, è di ricreare l’atmosfera dell’antico villaggio saudita, con strade pedonali, piazze, cortili all’aperto, souk e bazar. Una volta completato, Al Diriyah comprenderà tredici distretti. 

Il Made in Italy nel mega progetto Al Diriyah (finora…!) 

I lavori a Al Diriyah sono già iniziati: l’italiana Webuild attraverso la controllata Salini Saudi Arabia, ha da poco firmato un contratto da 960 milioni di euro per la realizzazione di importanti opere civili e strutturali, strade, tunnel e opere connesse, nonché un enorme parcheggio sotterraneo multipiano da 10.500 posti macchina.

È di pochi giorni fa anche la notizia che Al Diriyah, tra gli altri hotel di prestigio, avrà anche un Armani Hotel. Il grande stilista italiano e il suo team di architetti collaboreranno con Al Diriyah Gate Development Authority per la realizzazione del nuovo Armani Hotel, il terzo dopo quello milanese e di Dubai. La gestione sarà affidata a Emaar Hospitality Group.

Il contributo che l’Italia potrebbe dare a questo mega progetto in termini di cultura e sensibilità del restauro per la valorizzazione di siti storici sarebbe sicuramente di grande valore. Speriamo davvero che il Made in Italy sappia farsi spazio! 

Stay tune per il prossimo articolo della mia serie sui mega progetti in Arabia Saudita: The Red Sea Development 

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Alessandra Serafini

ISBG's President

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